La terapia di A. (qui la sua storia) è stata molto fruttuosa.

 

Dopo un paio d’anni in cui ci siamo incontrate ogni settimana, i sintomi principali causati dalla sua depressione (insonnia con sonnolenza diurna, tristezza, trascuratezza, senso di colpa opprimente, perdita di interesse e piacere per la vita) si erano molto ridotti.
Questa non è stata tuttavia la parte più importante del lavoro psicoterapeutico fatto insieme, che si è concentrato soprattutto sull’elaborazione dei problemi familiari della paziente e delle loro antiche radici. A poco a poco, rassicurata e “pungolata” dalla mia “presenza”, questo ha permesso ad A. di comprendere il senso delle sue emozioni, ma anche di ciò che è accaduto nella sua vita e dei suoi sintomi, che grazie al percorso terapeutico sono quasi del tutto scomparsi.

Vi sono infatti state delle importanti modificazioni della struttura psichica di A.:

  • risoluzione del conflitto intrapsichico con l’antica eredità ricevuta dalla famiglia: “Devi sempre occuparti dei tuoi fratelli e della casa”;
  • netto miglioramento dell’umore;
  • migliori relazioni interpersonali, come risultato di una maggiore comprensione delle proprie relazioni interiorizzate (ad es. coi genitori e coi fratelli);
  • maggiore comprensione di se stessi e capacità di costruire il significato nella propria vita;
  • ricerca attiva del proprio desiderio vitale;
  • sviluppo della mentalizzazione, crescita psicologica e più soddisfacente equilibrio esistenziale.

 

La psicoterapia è stata per questa paziente un’Esperienza Trasformativa!

L’ha aiutata infatti a conquistare una vita migliore, di qualità e più serena.

 

Com’è stato possibile arrivare a questi risultati?

 

E’ vero ciò che scrivono alcuni utenti sul web:

 La depressione è un luogo oscuro, inevitabile. È come essere bloccati in una stanza senza luce, finestre o porte. È così buio che non riesci neanche a vedere le tue mani, figuriamoci una via d’uscita.

Per me la depressione è come avere la mente rimpiazzata da un’altra che ti fa sentire inutile e intorpidita verso la vita, anche verso mio marito e mio figlio. Mi strappa via la possibilità di sentire altro all’infuori di una tristezza costante, senza conoscerne la causa. La depressione mi ha rubato la sicurezza e ora non mi sento più degna dell’amore altrui. La depressione si prende gioco di me e mi fa venire pensieri orrendi. Ci sono state volte in cui ha vinto e sono andata in overdose.

La depressione è uno stato in cui nulla ha sapore, odore, nulla ti sembra giusto e tu sei incapace di pensare o di prendere decisioni. Eppure devi ancora andare avanti e fare tutto. E la maggior parte delle volte non ne hai l’energia o il desiderio, ma vai avanti lo stesso.

Ma, come diceva Jung, è anche vero che “La depressione è una signora vestita di nero che bisogna far sedere alla propria tavola ed ascoltare”.

In effetti, ciò che io ed A. abbiamo fatto insieme è stato innanzitutto creare un clima caldo e sereno ed una relazione terapeutica stabile e affidabile entro la quale raccontarsi con fiducia. In questo contesto “protetto”, fatto di uno spazio e di un tempo dedicato solo ad A., abbiamo con pazienza ricostruito il suo vissuto depressivo, lo abbiamo accolto e lo abbiamo a lungo ascoltato e analizzato. Come scrivevo qui, esso infatti ha molto da dirci di noi stessi, del nostro dolore, della nostra storia!

In questi casi, la psicoterapia (affiancata, se è il caso, da un’adeguata cura farmacologica a cura di un collega psichiatra) può accompagnare i pazienti lungo “un meraviglioso seppure doloroso viaggio nella propria interiorità alla scoperta del proprio valore e della propria forza” (V. Andreoli). Tuttavia, pare che in Italia solo il 29% dei soggetti depressi ricorra a un trattamento psicologico…

Quando mi pongono domande su cosa fare di fronte alla depressione, io racconto sempre la storia terapeutica di A.: è un esempio senza età dell’importanza di trovare la forza per fare i conti con i nodi della propria esistenza! Affrontare i propri fallimenti e sconfitte spesso permette una svolta importante che, nel tempo, consentirà di prendersi cura di sé e di liberare le proprie potenzialità; di avere sì anche a che fare con i propri limiti, ma in modo diverso, più consapevole, più saggio e soprattutto vitale!