Fin dalla nascita, ogni individuo è in relazione con una rete collettiva che…

“lo fonda nei suoi piaceri, nei suoi saperi, nel suo linguaggio e nella sua coscienza” (Napolitani D., in Lo Verso G., 1994).

Come dicevamo qui,

“Ogni essere umano ha origine in una relazione. La famiglia rappresenta lo spazio elettivo di tale processo, il gruppo primario di riferimento entro cui l’individuo viene pensato e concepito ed entro cui poi nasce, cresce e si ammala”.

Infatti, la mente e la personalità individuale non sono un “quid” dato a priori, non esistono di per sé, ma si costruiscono all’interno di relazioni (familiari, tra pari, culturali, etc.).

In particolare, la famiglia ricopre un ruolo centrale per il bambino non solo in termini di accudimento. Essa fa da tramite tra cultura collettiva e singolo e per questo può essere definita come quel luogo contemporaneamente mentale e sociale che plasma il bambino. Per Foulkes (in Giannone F., Lo Verso G., 1999) “la famiglia originaria è la rete gruppale primaria in cui si formano in modo decisivo la personalità e le strutture mentali del futuro individuo”. Anche Menarini e Pontalti (in Giannone F., Lo Verso G., 1999) hanno definito la famiglia come quel contesto basico, “elementare”, in grado di forgiare le strutture mentali che organizzeranno l’esperienza del soggetto nel mondo. La famiglia ha il compito di “in-segnare”, ovvero di “segnare dentro”, di creare, nella stabilità della relazione di accudimento, la primordiale “rete di significazione” che imbastisce le trame del pensiero del bambino. Il bambino, infatti, plasma se stesso grazie all’interiorizzazione di modalità di pensiero e di temi di tipo culturale: miti e riti della famiglia, fiabe, sogni, racconti sulla storia familiare, desideri, aspettative, valori, obiettivi, etc.; essi rappresenteranno i temi basici del suo pensiero! Inoltre, questi temi e pensieri svolgono un’altra funzione molto importante per il piccolo: essi si sono come un ponte tra la famiglia attuale, le famiglie d’origine e la cultura di un determinato contesto (nazione, regione, città, paese d’origine), di cui i familiari tramandano norme, valori e modalità relazionali, trasmettendoli ai propri figli.

Tutto ciò costituisce la base dell’individuazione, ovvero di come un bambino, piuttosto che essere una copia dei propri familiari, diviene un soggetto autonomo!

 

Questo processo è fondamentale, poiché da essa dipende il benessere personale.

La possibilità che esso avvenga dipende alla qualità “satura” o “insatura” del pensiero familiare (Nucara G., Menarini R., Pontati C., in Giannone F., Lo Verso G., 1999):

  •  In una famiglia “insatura” il campo di pensiero è organizzato in modo “sano”, “aperto”; ciò consente di essere diversi ad es. da un nonno o da un genitore, di attribuire un proprio senso ad accadimenti nuovi e, soprattutto, di dare al mondo significati “liberi”, personali e originali;
  • Al contrario, una famiglia “satura”, “chiusa”, NON offre all’individuo uno spazio mentale che gli consente di pensarsi come “altro” rispetto ai congiunti, né di differenziarsene; ciò determina una predominanza fantasmatica dell’uguale e del passato che:
  1. ostacola il processo di individuazione, destinando il soggetto ad essere un replicante degli intenzionamenti familiari;
  2. apre la strada al disagio soffocante, alla sofferenza psichica e alla psicopatologia.

Ovviamente, l’individuo è inconsapevole di tutti questi processi. Ciò che è importante però sapere è che NON siamo esseri passivi, in mano alle decisioni e ai destini delle nostre famiglie d’origine! …In ogni momento (ho pazienti di ogni età), possiamo conquistare la nostra soggettività!
Per farlo, è però necessario iniziare a lavorare su noi stessi per imparare a scegliere chi vogliamo essere. Come infatti diceva Sartre (1972) e come ripeto spesso ai miei pazienti incoraggiandoli,

“Noi siamo ciò che facciamo di ciò che gli altri hanno fatto di noi”!

 

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BIBLIOGRAFIA

Giannone F., Lo Verso G. (1999), Il self e la polis, il sociale e il mondo interno, Franco Angeli, Milano
Lo Verso G. (1994), Le relazioni soggettuali, Bollati Boringhieri, Torino
Sartre J.P. (1972), Santo Genet, commediante e martire, Il Saggiatore, Milano.