Google e i social sono zeppi di quiz, test e domande come questa sui “tipi” di personalità. Forse perché la curiosità di sapere chi siamo in un mondo sempre più privo di risposte esistenziali, per fortuna, fa ancora parte dell’essere umano. Questo tipo di curiosità comunque è molto seria, perciò mi sembra importante dare in tal senso un piccolo contributo professionale.

E’ vero: gli studi psicologici sottolineano come ogni individuo abbia un “carattere” specifico. In psicologia, si parla letteralmente di “Personalità”, ovvero di “tratti caratteriali” relativamente stabili che si formano a partire dall’influenza reciproca tra basi innate ed esperienze infantili. Essi si esplicitano semplicemente nel nostro modo di stare nel mondo, che è unico e stabile, schematico e spesso prevedibile.
Nancy McWilliams, straordinaria psicoterapeuta e didatta americana che ho avuto il piacere di ascoltare e di studiare, ha individuato 10 Stili di Personalità (qui maggiori dettagli bibliografici) che nel tempo approfondiremo:

  • Psicopatico;
  • Narcisistico;
  • Paranoide;
  • Depressivo;
  • Maniacale;
  • Masochistico;
  • Ossessivo;
  • Compulsivo;
  • Isterico;
  • Dissociativo.

 

I Disturbi di Personalità

In alcuni casi, la personalità è considerata “disturbata”; si parla allora di “Disturbi di personalità”. I Disturbi di Personalità sono caratterizzati da tratti rigidi e disadattivi che comprendono versioni estreme e patologiche di tratti di personalità comuni. Il D.S.M. li definisce come un insieme di tratti maladattivi che causano:

 un disagio soggettivo;

 un danno significativo nel funzionamento sociale e/o lavorativo;

 un’alterazione delle modalità relazionali, caratterizzate da circuiti comunicazionali e da modi-di-essere-con-l’Altro molto problematici e carenti di empatia.

Ma cosa sono questi “Tratti”?

I Tratti di personalità sono schemi di esperienza interiore e di comportamento relativamente stabili nel tempo. Diversamente dai Sintomi, i tratti non vanno e vengono: essi attengono al “carattere” intrinseco del soggetto. Pertanto, anche se disfunzionali, essi non generano sintomi né sofferenze e per i pazienti è impossibile accorgersi direttamente di avere un problema. Le anomalie determinate da tratti di personalità disfunzionali sono spesso vissute senza autocritica, cosicché spesso queste persone non chiedono aiuto (sono di solito portate in terapia da un parente) e individuano nell’ambiente esterno le cause delle proprie difficoltà.

Tuttavia, un disturbo della personalità provoca ugualmente disagi, poiché impedisce all’individuo di svilupparsi psicologicamente e di vivere con serenità. Causano infatti una compromissione del suo funzionamento, presente a più livelli.

In altre parole, le persone con Disturbi di Personalità NON sono in grado di fornire risposte adattive psicologiche, emotive e comportamentali alle varie esigenze della vita. Questi soggetti, a causa della fissità dei propri aspetti personologici, tenderanno a utilizzare strategie sempre uguali o poco variabili; è per questo che, osservando la loro vita, si ha spesso l’impressione di un doloroso copione che si ripete all’infinito.

 

Classificazione

Il D.S.M.5 include attualmente 10 Disturbi di Personalità, raggruppati in 3 Cluster (gruppi):

– Cluster A (caratterizzato da tratti “strani, eccentrici e bizzarri”)

  • Disturbo di Personalità Paranoide;
  •      “        “        “           Schizoide;
  •      “        “        “           Schizotipico.

– Cluster B (caratterizzato da tratti “drammatici, emotivi o esplosivi”)

  • Disturbo di Personalità Antisociale;
  •      “        “        “           Borderline;
  •      “        “        “           Narcisistico;
  •      “        “        “           Istrionico.

– Cluster C (caratterizzato da tratti “ansiosi o paurosi”)

  • Disturbo di Personalità Evitante;
  •      “        “        “           Dipendente;
  •      “        “        “           Ossessivo-Compulsivo.

 

E in Psicoterapia?

La valutazione della Personalità è essenziale per condurre una terapia efficace, poiché dà al clinico un orientamento su come essere terapeutico.

La personalità può essere modificata dalla psicoterapia, ma NON trasformata (es.: un terapeuta può aiutare un cliente depresso a esserlo in modo – distruttivo e intransigente, ma non può trasformarlo in un carattere isterico o schizoide). Le persone conservano così il proprio nucleo soggettivo, ma una buona e costante terapia può squarciare le gabbie del solito dolore e donare loro:

  • la comprensione, la conoscenza, la padronanza di Sé;
  • una maggiore accettazione di se stessi;
  • una sana autostima;
  • un’autentica autonomia e maggiore libertà di scelta (versus comportamenti prima ripetitivi e automatici).