Vivere con qualcuno afflitto dalla depressione non è facile!

 

In questi casi, spesso ci si arrovella su come aiutare la persona in difficoltà. Tuttavia, il blocco depressivo non è facilmente gestibile solo attraverso l’affetto e la buona volontà dei congiunti; il depresso, infatti, è un soggetto “difficile” e chi se ne prende cura rischia di essere indirettamente anch’egli vittima del malessere.

E’ allora fondamentale che chi vive a stretto contatto col soggetto depresso: (a) cerchi di capirlo e di aiutarlo, avendo però ben chiari alcuni meccanismi di funzionamento della depressione; (b) non dimentichi di prendersi cura di sé.

 

Come posso quindi aiutare una persona depressa?

  • Bisogna aver chiaro che, se non si è provata, non si può capire questa malattia. È meglio, perciò, non dire frasi come “ti capisco”, evitare le rassicurazioni facili (es.: “ogni cosa andrà per il meglio”, “E’ tutto nella tua testa”, “C’è chi sta peggio di te”) o di minimizzare, banalizzare (es.: “Non hai nessun motivo per sentirti così”, “Basta non pensarci”, “Il mondo non è poi così brutto”) e sdrammatizzare (“Tirati su! Fuori c’è il sole!”, “Sorridi e il mondo ti sorriderà!”). Allo stesso modo, espressioni che direttamente o indirettamente facciano riferimento ad una mancanza di volontà, di impegno o di collaborazione (es.: “Non ti impegni abbastanza”, “Te lo sei cercato”, “Basta volerlo, con la volontà si può ottenere tutto”) possono avere un effetto anche drammatico. In tutti questi casi, anche se le intenzioni sono buone, il depresso si sentirà non capito e si chiuderà ancor di più in se stesso.
  • Esplicitare chiaramente che la si vuole aiutare; è importante essere empatici, mostrarsi semplicemente e sinceramente disponibili, ascoltare senza giudicare, offrire sostegno e far capire che su di voi potrà sempre contare.
  • Sono necessarie pazienza e perseveranza: la cura (sia psicologica che farmacologica) richiede tempo e non ha mai un effetto immediato. E’ allora importante accogliere e tollerare anche a lungo (seguendo le indicazioni degli specialisti) il suo dolore interiore. Lo stress e la pressione, al contrario, peggiorano la depressione.
  • Informarsi sulla depressione. E’ importante innanzitutto tenere a mente che la depressione è una malattia, che non corrisponde alla “pazzia” e che per essa esistono diverse cure possibili; il depresso non è senza speranza e va aiutato a non vergognarsi della propria sofferenza: tutti si ammalano! I disturbi depressivi possono esordire ad ogni età ed anche in condizioni di vita socialmente interpretate come normali (una bella famiglia, un lavoro, tanti amici).
    La persona depressa non si sente solo triste (qui maggiori dettagli sul disturbo): pensa che il suo mondo sia andato distrutto e non riesce ad uscire dal vuoto esistenziale nel quale è entrata. Spesso si sente senza energie, sola e incompresa e il più delle volte deve lottare duramente per fare delle cose che chiunque esegue senza sforzo, come alzarsi dal letto o fare una doccia. Vive inoltre il suo disturbo e tutto ciò che gli accade come una colpa o come una punizione per le sue colpe e si sente giudicato dagli altri o comunque non compreso. Se accade qualcosa di brutto o inaspettato, è fisiologico che il nostro umore ne risenta: è “normale” essere tristi se qualcosa va storto o se una persona ci delude; è “naturale” sentirsi impotente se non si trova lavoro; è “ovvio” rispondere a una perdita o a un lutto con la tendenza a piangere. Quello che deve preoccupare è la persistenza di un umore deflesso.
  • Bisogna incoraggiare la persona a cercare un aiuto professionale (gli specialisti più indicati sono gli psichiatri e gli psicoterapeuti; in caso di gravi sintomi depressivi e di idee suicidarie, ci si può rivolgere anche al pronto soccorso). La depressione infatti NON è una semplice tristezza che può essere allontanata con qualche buona parola: è qualcosa di molto più profondo che da soli non possiamo guarire. E’ bene NON coltivare l’idea di poter curare il nostro parente o amico, onde evitare di andare incontro a delusioni ed a frustrazioni, rischiare inoltre di provocare dei danni al soggetto sofferente. E’ però molto utile sostenere il proprio caro, ad es. offrendosi di accompagnarlo agli appuntamenti o, se viene prescritto qualche farmaco, aiutandolo nella somministrazione corretta. O ancora, aiutarlo con le attività quotidiane e ad avere regolari abitudini alimentari e di sonno-veglia, incoraggiarlo a fare regolare esercizio fisico e attività sociali e a concentrarsi sul positivo, piuttosto che sul negativo. Tutto ciò però facendo attenzione a non stimolarlo/a eccessivamente, oltre a quelle che sono le sue possibilità in quel momento.
  • E’ fondamentale che il caregiver trovi dei modi per rilassarti e per continuare a fare le cose che gli piacciono. La depressione è infatti una patologia “invadente” e “contagiosa”, che coinvolge spesso anche il sistema familiare del soggetto sofferente: essa proietta il suo alone su tutti coloro che stanno intorno al depresso e può trascinarli entro il suo blocco evolutivo. Per questi motivi, è molto importante conoscerla bene in modo da tutelarsi e da aiutare al meglio chi ne soffre!